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Gianni Caligaris

Giovedì 11 agosto 2022 il nostro grandissimo e caro amico Gianni Caligaris ci ha lasciato… Da sempre colonna del CEM, con la sua sapienza arguta, ironica, sottile ha portato sempre riflessioni profonde e sguardi poliedrici in tutti i convegni Cem e sulle pagine della rivista. Aveva una capacità rara di leggere, indagare  e interpretare la complessità  e di offrirci analisi sociali, politiche, educative ed economiche illuminanti. Riempiva le giornate di Cem di discussioni e le serate di momenti di convivialità, narrazioni e belle cantate…
Ciao Gianni, ci mancherai. Ci mancheranno la tua straordinaria umanità, i tuoi insegnamenti, la tua voglia di lottare, la tua ironia, la tua capacità di prenderti e prenderci in giro… Ti vogliamo pensare ora seduto a fianco di Padre Milani, che ve la state ‘contando’ come facevate ogni volta che vi incontravate… Un abbraccio, dai tuoi – come amavi chiamarci tu – ‘compagni del Cem’

Mille ricordi affollano la mente, come istantanee -alcune nitide, altre sbiadite- a tracciare le diverse traiettorie della nostra amicizia piena di parole, dialoghi, confronti, canzoni cantate a squarciagola nelle nottate Cem che si concludevano sempre con la “Bella ciao” di rito…

 Sei stato senza dubbio il primo a guidarmi sulla strada della comprensione dell’economia. Ricordo come fosse oggi il giorno in cui mi chiedesti quali fossero i miei gusti preferiti in fatto di dolci e il giorno dopo arrivasti con una mega torta multistrato fatta di cioccolato, marron glaces e panna montata per spiegare a tutti noi, formatori Cem, la teoria economica del post fordismo. Con te sembrava dolce anche l’economia! Il tuo kit “Pubblicità regresso. Luci e ombre del messaggio pubblicitario” è stato per me una pietra miliare: tutta la riflessione sugli stereotipi pubblicitari, sui pregiudizi e sulla rappresentazione dell’Africa è partita da lì. Quante chiacchiere con te e padre Milani su quel continente così complesso e straordinario. E quante discussioni io, te e Alessio sulle strategie comunicative, sulla mistificazione del marketing, sulla decostruzione dei punti di vista. E poi  l’amore per il cinema, soprattutto il neorealismo, ma anche Ken Loach e Truffaut e Guccini e De Andrè che non ci stancavamo mai di ascoltare e cantare… I nostri cyber caffè, la nutella, le degustazioni e poi e poi e poi….Ciao Gianni. Voglio ricordati con “quella faccia un po’ così, con l’espressione un po’ così” che avevi ogni volta che ci si ritrovava… Buon viaggio amico grande e salutami Lara e Domenico.

Patrizia Canova

Durante un’assemblea plenaria di un ormai lontanissimo convegno Cem Gianni Caligaris si era presentato dal palco al pubblico (oltre 300 persone) con una magliettina estiva coloratissima, un paio di pantaloni corti, i sandali e una fascia sui capelli alla Bjorn Borg. Dopo avere fatto un breve intervento era scomparso per qualche minuto, poi era tornato vestito con un impeccabile completo, cravatta e scarpe lucide e aveva detto “scusate, ma qualche minuto fa un incompetente ha detto un sacco di sciocchezze”.

Gianni era così: sapeva far sorridere rimanendo incredibilmente serio, parlare di economia spalmando la Nutella sul pane e sulle mani dei convegnisti, attaccare le brutture del sistema economico con un sorriso che faceva capire che l’ira e la rabbia non servivano, anzi rischiavano di essere controproducenti. Era un uomo che nel momento più serio di una discussione all’interno del gruppo Cem (che quando discuteva lo faceva davvero!) piazzava una battuta di quelle che nei primissimi istanti prendevi per un intervento serio…poi la discussione si bloccava, tutti lo guardavano e lui faceva quel sorriso che voleva dire “ma quanto vi prendete sul serio, ragazzi”. E poi una bella lezione sull’economia, che aveva la capacità di lasciarci tutti a bocca aperta.

Questo è il nostro amico Gianni. Che il viaggio gli sia lieve e il posto dove andrà lo faccia ancora sorridere sornione, come quando era con noi.

Raffaele Mantegazza

“L’autentica umanità sembra abitare in mezzo alla civiltà tecnologica, quasi impercettibilmente, come la nebbia che filtra sotto una porta chiusa. Sarà una promessa permanente, nonostante tutto, che sboccia come un’ostinata resistenza di ciò che è autentico?” 

La frase, ripresa dall’enciclica Laudato Si’, è posta alla fine del saggio che Gianni Caligaris firma sul tema “Oikumene: ecologia ecumenica ed economica” per un’opera collettiva di qualche anno fa a commento dell’enciclica sopra ricordata. Ci piace ricordare Gianni dentro quella domanda ancora davanti a noi. 

A tutti gli effetti un intellettuale prestato alla “causa educativa” e insieme un amico prima e un “patriarca” poi, portatore di saggezza libera da conformismi (come quando si metteva a interloquire con i nostri figli, allora ragazzini, nei corridoi dei convegni CEM…)

Marco Dal Corso e Simona Polzot

Un ragazzo dagli occhi azzurri un cuore aperto al mondo. Gianni mi appariva così. Senza barriera le sue parole affondavano nella realtà quotidiana…… In cerca di riconosciuto per chi non ne aveva…. In cerca di giustizia perché nel suo cuore vedeva la persona al di là delle appartenenze. 

Rita Vittori

Saremo sempre grati a Gianni per la sensibilità e l’intelligenza con cui ha coltivato il suo e il nostro sguardo critico sul mondo, per i modi sempre creativi con cui ci ha mostrato l’importanza del saper leggere non solo le parole, ma anche le immagini e le strategie comunicative che invadono spazi e relazioni. Restano profondamente in noi il suo humour e la sua amicizia, doni con cui trasformare collettivamente il nostro futuro. 

Alessio Surian

Ciao Gianni, in tante cose un PIONIERE, UN APRIPISTA! In tutte le realtà che hai attraversato hai sempre aggiunto quel pizzico di UMANITA’ in più che solo tu riuscivi a dare. Avevi un tratto di penna arguto e leggero, mai banale, ed era un piacere leggerti nelle rubriche che curavi su rivista come CEM Mondialità e Solidarietà Internazionale, ma non solo. Rimarrai nella mia mente scolpito in una TRIADE, a suo modo “storica”, insieme al compianto EUGENIO Melandri e all’amico comune ALUISI Tosolini, con cui sei stato protagonista nella vicenda MissioneOggi/Alfazeta che ho vissuto, a suo tempo, come un piccolo-grande SEGNO DEI TEMPI. Ti ringrazio per l’esempio di vita che hai saputo dare… e non dimenticherò il tuo amatissimo Giacomo.

Antonio Nanni

Esimio Caligaris! Così ce l’ha fatta ancora una volta a fregarci?! Giusto prima di Ferragosto, tempo di Convegno. Lo hai fatto con il consueto sarcasmo discreto. Ci hai lasciati con il quinto quarto che tanto amavi, di gran lunga però meno saporito del taglio che ti sei portato via: un’ ispirazione, un riferimento, un modello, un amico. Gianni, anche in questo Agosto “non sono riusciti a passare la Parma” e non passeranno. Tu invece hai attraversato un altro fiume, dentro mondi fantastici. Salutaci la Rezdora, goditi il Gutturnio, e fatti una buona risata. Risata che riecheggerà qui, in questa nostra terra umile. Grazie per la stella danzante che anche nel momento più buio ci hai sempre regalato. Un saluto, un abbraccio, un bacio da tutti noi, Gianni. 

Famiglia Marrella

Ascolta caro fratello! 
Noi tutti ascoltiamo la tua voce maschia di rame, vibrante di oboe, l’angoscia ostruita delle mie lacrime trasformarsi in inno all’eterna vita; 
Ascolta caro amico Gianni,
Noi tutti ascoltiamo battere in lontananza il tuo cuore notturno ai convegni CEM e diventar lucente col bagliore del sol levante, alle chiacchere dopo cena; 
Ascoltate cari amici CEM, 
Noi tutti ascoltiamo la grave ed al tempo stesso melodica voce di Gianni  affluire ed irrompere nel mattutino silenzio quando conducevi i laboratori come a scuola, sì a scuola che non è il serbatoio del sapere, ma del sapere essere;
Ascolta caro fratello Gianni,
Noi tutti ascoltiamo il soffio che dà e riprende, come un olio di vita che conferisce ai ponti la curva delle groppe e l’elasticità delle liane.
Ecco tornare i tempi che furono, l’unità ritrovata,  l’idea legata all’atto, l’orecchio al cuore ed il segno al senso. 
Apriamo gli occhi dell’arcobaleno e le orecchie, soprattutto le orecchie, a Dio che con un riso di sassofono creò il cielo e la terra in sei giorni.
 E il settimo giorno, dormì come te ora, caro fratello ed amico Gianni, del Grande Sonno che c’insegna che è possibile morire senza mai cessare d’esistere.
Ora che sei aldilà dell’umanamente comprensibile, io, da amico e fratello, ti dico che non sei stato, tu, Gianni, sei.
Che il Signore ti accolga nei suoi verdi pascoli, ma non ti dimenticare di noi… sì, noi che siamo ancora nel limbo ma imbevuti di speranza perché ti abbiamo incontrato nel nostro cammino. A voi, Giacomo e Francesco, le nostre sentite condoglianze. Un forte abbraccio. 

Mohamed Ba

Riposa in pace, Gianni
quella pace figlia della nonviolenza e dell’impegno diretto e in prima persona per la quale hai lottato e ti sei impegnato per tutta la vita. 

Costruttore di relazioni di pace hai indagato con acume, curiosità e grande capacità di leggere le dinamiche di lungo periodo, sia le dimensioni economico – finanziarie del tempo della globalizzazione che i linguaggi e gli storytelling che le sostengono.

Poeta, le tue parole hanno alimentato l’amicizia anche quando sono state parole di silenzio.

Aluisi Tosolini

Gianni è quel convegnista che spesso, di notte, si è trasformato nel più rumoroso dei casinisti, tanti da farsi riprendere a voce alta dalle finestre. Basta! Gridavano. Questi giovani devono avere rispetto! Pensavano erroneamente che fossimo noi i colpevoli. E tu te la ridevi: eri troppo occupato a spiegare ai suddetti giovani, morti di sonno, come si usa l’aspersorio per l’incenso, con tanto di gestualità e canti gregoriani. Il giorno dopo noi, morti di sonno, a tenere o a partecipare ai laboratori, e a schivare le occhiatacce di chi non era riuscito a dormire. Tu invece, sornione, in segreteria, spesso circondato da bambini, o con la tua amica Paola, o l’onnipresente Michela. Magari a rispondere alle lamentele sul casino della sera prima: eh… Sono giovani… Che ci volete fare… d’altronde, avevi quello spessore da patriarca, come ti chiamavamo, che era la capacità di entrare in relazione con tutti, grandi e piccoli. Grazie delle risate, della leggerezza, della presenza.

Martina Vultaggio

La scomparsa di Gianni Caligaris rappresenta il tramonto di una epoca storica per il Cem ma anche per il mondo dell’associazionismo italiano che ha vissuto insieme a Gianni una stagione di straordinaria vitalità e fecondità negli anni ottanta e novanta in cui passione politica, militanza civile, testimonianza di fede sembravano aver trovato una sinergia efficace e generosa. Ho conosciuto Gianni tempo dopo, negli anni duemila e ne ho potuto apprezzare il grande acume interpretativo nel decifrare i segni dei tempi, la capacità di delineare in molti editoriali memorabili, affreschi anche profetici delle situazioni in rapida trasformazione, dalla stagione dell’impegno utopico, fino al disinganno lucido, riconosciuto da Gianni senza rimpianti, senza retorica. La sua penna acuta, ferma, implacabile, senza sbavature ha accompagnato il Cem anche nel momento della chiusura della rivista siglandone, con austerità e concretezza, la fine.
Di lui mi resta il sorriso largo, affabile, cordiale, la profondità dei grandi occhi azzurri, la calda e fragrante umanità che non lo hai mai reso inutilmente sarcastico o ferocemente caustico, pur avendo il dono dell’umorismo e della battuta folgorante: una lezione di saggezza e di umiltà che mi accompagna con la luce del suo ricordo. Ciao Gianni e buon cammino, sempre.

Antonella Fucecchi

centro educazione alla mondialità

Gianni Caligaris